Dicono di noi

  • Le degustazioni di Peter-Paul Falkenstein

    Un siciliano principesco

    Aprile dell’anno scorso a Dusseldorf. Il Comune di Comiso e la Camera di Commercio di Ragusa invitarono ad una degustazione dei vini della Regione i rispettivi produttori. Della maggior parte dei signori presenti si poteva notare subito, dopo un breve colloquio, lo stato accademico di alcuni e che le vigne ereditate dai loro avi erano senz’altro condotte da ottimi amministratori ed enologi, come d’ usanza in Sicilia.
    Da questo gruppo loquace e allegro emergeva un uomo alto circa 1,90 m con un fisico imponente. Si aveva l’impressione che non si trovasse a suo agio tra i suoi colleghi eloquenti e non parlava quasi mai. Il miglior vino della serata era il suo. Il suo nome è Emanuele Novara, 41 anni.
    L’aspetto rustico inganna. Persona prudente, cauta, che sa dire frasi sagge. Di professione agricoltore ma persistente autodidatta, si è creato una grande esperienza nel campo vinicolo. La sua azienda, situata su un’altura nell’agro di Comiso, è un vecchio rustico restaurato, ma internamente attrezzato con macchine moderne per la lavorazione delle uve e del vino.
    Tutta la famiglia si prodiga a dare una mano all’azienda. La figlia NOEMI diciassettenne è molto affezionata alla viticoltura e segue attentamente quello che fa il padre. Novara ha ereditato le vigne dalla sua famiglia per oggi conta 25 Ha. Una gran parte di questo terreno viene coltivato ad uva da tavola. Le migliori parcelle sono piantate ad alberelli di Frappato e di Nero d’Avola e da queste uve fa un CERASUOLO DI VITTORIA di classe. Da non confondere con il Cerasuolo rosato. Novara dà alle uve macinate una fermentazione più lunga sulla buccia prima della pigiatura, così ottiene un vino di colore rosso intenso che lascia maturare in botti di rovere. Un prodotto questo che non supera le 10000 bottiglie all’anno. Ci sono due produzioni: una sotto il nome di “Il Presidente”, un Nero d’Avola, l’altra , il suo vino preferito, orgogliosamente “Il Principe”.
    Va bene, ci si può permettere di dare ad un vino così buono un appellativo principesco. Questo vino ha un profumo caldo, sul palato si espande un sentore di susina selvatica e di ribes nero, sottolineato da un soffio leggero di legno.
    Il sorso gira sul palato quasi cremoso, diventa caloroso e morbido con un finale molto lungo. Si sposa molto bene con selvaggina da pelo lungo e specialmente in questi luoghi su quaglie grigliate su carbone di tralci di vite e molto bene su formaggi stagionati. […]

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